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IL GIORNO DOPO

Parliamoci chiaro, la regolamentazione che prevede il datore di lavoro, l’imprenditore responsabile al 100% della salute dell’operaio e del cliente, arrivando a rischiare la denuncia penale (anche senza un possibile riscontro del luogo e dei tempi di infezione, vallo a dimostrare che il tuo cliente o il tuo operaio non si sono infettati nei tuoi spazi o prova che abbiano occupato il tempo trascorso al di fuori dei tuoi locali a infettarsi altrove) è in pieno stile del governo Socing di Peppiniello II e accoliti.
E’ in linea con il tracciato del decidere del non decidere, adottato da gennaio ad oggi.
Ed è ancora piu’ ignava la questione se si considera che ad oggi siamo l’unico paese europeo che non effettua uno screening serio sulla popolazione.
Ora scaricano la responsabilità delle scelte sull’Inail, come se l’Inail non lavorasse per il governo.
La verità è che se, come tutti sperano, la riapertura andrà bene il merito saranno bravi a prenderselo loro.
Se qualcosa andrà male i capi espiatori già li hanno trovati: popolo e imprese.

Signori, noi dobbiamo uscire da casa, andare (e trovare) a lavoro, muovere l’economia, ricongiungerci con gli affetti, ritrovare la normalità dell’abitudinario.
Insomma, dobbiamo incominciare a capire come sopravvivere.P

Puntandotutte le fiches solo su noi stessi, e non su un governo farlocco, ipocrita e incompetente

Certo, dobbiamo farlo con tutte le cautele del caso, usando i mezzi che abbiamo per difendere noi stessi e i nostri cari, ma anche il nostro sconosciuto vicino, da questo virus.
Dobbiamo tornare alla cosa piu’ vicina alla normalità.
Lo dobbiamo a noi stessi e alla generazione che ci seguirà.
Dovremo liberarli dal timore del virus, dalla paura della fame e da questo governo di incapaci e ignavi.
Lo dobbiamo a noi stessi e a quei piu’ di 20mila morti di Covid, e quelli che verranno per disperazione e per fame, che questo governo ha uno per uno sulla coscienza.

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