Massimo-Fini

PENSIERI FINI

«Trovo anche eccessiva l’enfasi e lo spazio che tutti i media stanno dando da giorni all’uccisione del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Merita rispetto perché è morto nell’esercizio del suo dovere, che però è un mestiere particolare, dove simili tragedie vanno messe purtroppo in conto quando si indossa la divisa. Non è un eroe, è una vittima del lavoro come ce ne sono purtroppo tante ogni giorno e nessun presidente del Consiglio si sogna di andare a onorarne le salme»
(Massimo Fini FQ 30 luglio)

Perché non mi stupisco che Fini affermi che il carabiniere non è un eroe?
Perché Massimo Fini è colui che definì “vispa Teresa” una ragazza violentata e uccisa.
Perché era contro l’estradizione di Cesare Battisti, ha chiesto la grazia per Vallanzasca e Graziano Mesina, ha difeso il provvedimento di scarcerazione del terrorista Fioravanti e voleva scrivere un necrologio al Mullah Omar.

Non è un eroe, il carabiniere, per Fini perché, alla fine, sono rischi del mestiere («vanno messe in conto quando si indossa una divisa» testuali parole sue).
Allora mi viene da pensare che meno male che io posso dormire tranquillo o sperare di ritrovare il telefonino rubato perché c’è un fesso, non certo un eroe, che si è cercato un mestiere dove rischi, per recuperare il mio di telefono, di lasciarci le penne.

Peccato che questo fesso, non un eroe secondo Fini, spesso ci pensi due volte a usare l’arma in dotazione.
Primo perché è disciplinato a non farlo nemmeno su un soggetto in fuga, altrimenti sarebbe stato lui indagato.
E i colpi in aria a scopo intimidatorio non sono previsti dal suo ordinamento

Meno male che questo fesso, sempre non un eroe secondo Fini, non diventa furbo e se ne frega di rischiare la pelle, di intervenire anche quando è fuori servizio per senso del dovere
Anzi cerca di farlo bene il suo lavoro, tanto che è fesso.

Meno male che questo fesso non si sia accorto che, a parte il suo mestiere e quello dei pompieri, ci sono tanti altri mestieri dove i rischi sono immensamente minori, quasi nulli.
Come il commesso, il medico, l’autista, il fioraio, l’insegnante.

Oppure come il giornalista, se lo fai come Fini (al massimo rischi un po di depressione e abuso d’alcol, secondo la sua autobiografia).

Poi se lo fai come Mauro Siano, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi, Giancarlo Siani o Ilaria Alpi e ci rimetti la pelle non sei, per Fini, un eroe ma un fesso che ha fatto fin troppo bene il suo mestiere, come il carabiniere.

Ma dopotutto chi cavolo glielo ha chiesto a questi, come al carabiniere, di non rimanere dietro a una scrivania a scrivere semplicemente cazzate, fossero articoli o verbali, invece di rischiare la pelle?
Avanti, adagio,fanculo.
A Massimo Fini e agli intellettuali come lui.

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