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Martina andata e ritorno

MARTINA ANDATA E RITORNO

Maurizio Martina, segretario del Partito Disperso, è stasera a Catania per perorare la causa dei 177 migranti trattenuti sulla nave Diciotti della Marina Militare Italiana.

Qualche tempo fa era a Foggia per perorare la causa di quei migranti, sfruttati dal caporalato, morti sull’autostrada in un tragico incidente.

L’ordine cronologico dei suoi viaggi e interventi non è importante.

Sarebbe potuto accadere, o sarà accaduto, l’inverso, ma il succo è sempre lo stesso.

Martina, e con lui la sinistra fighetta e radical chic, quella delle magliette rosse a lavaggio alternato,sono abituati a compiere questi viaggi di andata e ritorno da una disgrazia all’altra.

Quello che accade nel mezzo, nel frattempo, fra i morti di Foggia e i sequestrati di Catania, non è di loro pertinenza, tant’è che lo hanno ignorato per anni al governo e ora da opposizione.

Abbandonati in centri che sono un insulto alla dignità, sui marciapiedi a prostituirsi, nelle campagne come nuovi schiavi, nei giardini pubblici diventati pubici o nei sottoponti che non crollano, spacciando droga o facendo a pezzi ragazze cadute nel tunnel della droga che loro stessi le hanno venduta, sfruttati e violentati come quando erano nel loro paese.

Il problema è che Martina, Saviano, la Boldrini, Toscani, in questi viaggi andata e ritorno, non si soffermano mai sulle tappe intermedie.

Questo lo lasciano fare egregiamente, ai Buzzi e Carminati, ai Casamonica, ai caporali.

Se ti fischiano le orecchie, poi, non credere che siano sempre claque organizzate ai caselli tra Foggia a Catania.

Avanti, adagio, fanculo.

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