sogno

SOGNO O SON DESTO?

SOGNO O SON DESTO?

Datemi un pizzicotto, mollatemi un ceffone, fatemi il solletico ai piedi, qualsiasi cosa per permettermi di capire se son sveglio o veleggio ancora tra le sette porte del mondo dei sogni narrate da Don Juan, lo sciamano di Carlos Castaneda in “L’arte di sognare”.

Oppure che sia io la Calpurnia, ignorata da Giulio Cesare, che avvertì il marito di averlo sognato assassinato.
Sogno o son desto quando osservo, parlo, discuto di un paese fuori dal mondo del reale?

E non c’entra niente l’emergenza del Covid, suvvia!

L’uomo ha dato il meglio di sé nelle emergenze, dimostrando spirito creativo, intraprendenza, coraggio e intelligenza: è un emergenza che lo convince, più da scimmia che uomo, a scendere dagli alberi e assumere una posizione eretta, a “inventarsi” il fuoco, la lavorazione della pietra prima e del ferro dopo, della ruota, la parola, la scrittura, il conto e il calcolo, la stampa e le le grandi esplorazioni.

E ora invece cosa ci ritroviamo?

E’ una situazione paradossale, anzi direi onirica, di un governo capacissimo e integerrimo ad ammazzare l’economia dei ristoratori, albergatori, gestori di spiagge, discoteche e altro, con l’implicita supposizione che possa riuscire, con decreti, multe e linee guida, a gestire 60 milioni di italiani, e al contempo invece totalmente incapace di gestire il controllo sul territorio di poche migliaia di persone che vengono qui a salvarsi dalla fame ed a contribuire alla mancanza totale di una seria campagna sierologica nel paese.

Unici in Europa, perché noi sappiamo come distinguerci, nel bene e nel male.

Un governo che di fronte a famiglie disperate, imprenditori suicidi, lavoratori a casa, si inventa l’app “volontaria” Immuni, le app per il bonus vacanze (chi cazzo vuoi che abbia testa e soldi per andarci? Chi cazzo vuoi che come imprenditore accetti il bonus? Con che te le pagheranno poi le tasse, con il bonus?), quella per il bonus monopattino (funziona, ho visto Casalino sfrecciare che è una bellezza) o quello per i nonni superstiti?

Una scuola che, invece dagli insegnamenti della Montessori sembra uscita dai copioni di Crozza: metri statici, dinamici, sedie e banche come monopattini, ingressi scaglionati con genitori scoglionati, software con i dati del catasto che devono sostituire dati catastali.

Aggiungici un poco di zucchero (alla faccia della Sugar Tax) e avrai la scuola alla Mary Poppins e via a cantare «Supercalifragilistichespiralidoso» con la Azzolina che scende dal cielo su un banchetto a rotelle e con in mano, invece dell’oramai bolso ombrello, un bel metro dinamico o statico.

Di stitico invece gli insegnanti, i dirigenti e i collaboratori scolastici che rischiano di essere tutti quanti bocciati all’esame di Trigonometria Luciana e Geometria Arcuriana.

Mancano le classi? Ci vuole il distanziamento? E qual’è il problema!

Riapriamo gli edifici dismessi partendo dalla piccola edilizia, una porta spostata qua, una altra messa di traverso là, un po’ di Svitoil nei cardini della finestra, una parete gettata a terra, una sala trucco in piu’ per chi vuole diventare come la Azzolina,

«Supercalifragilistichespiralidoso» anche qui, ignorando (la principale qualità di molti componenti politici, non solo del governo, ahimè) del tutto che molti edifici sono stati dismessi perché non rispettavano le norme di sicurezza, che un edificio abbandonato ha, generalmente, più problemi di un edificio da costruire.

E va bene, direte, gli edifici dismessi pure no, ma ci sono altri spazi da occupare.

Partiamo dai musei (magari con insegnante di sostegno la Ferragni), dalle biblioteche («Alberighi, perché non risponde alla mia domanda?», «Prof, in biblioteca si mantiene il silenzio, c’è anche il cartello»- questa, squallida, è mia, non di Crozza), parchi pubblici (con o senza borsa di acqua calda in inverno?), spazi cimiteriali (no, questi no, perché le lapidi difficilmente mantengono 1 metro di distanza), magari un bonus vacanze da dirottare ad operator tour per collocare classi nel Sahara, in fondo al mare, sul Macchu Picchu.

E sdoganiamo pure, sempre al canto «Supercalifragilistichespiralidoso» gli insegnanti che varranno meno di un postino ( eh già, perché per fare il postino devi avere una mini laurea o un diploma con 70/100 e saper portare un motoveicolo, ergo Valentino Rossi non potrebbe fare il postino, l’insegnante chissà).

Lasciamo perdere i bluff europei, le potenze di fuoco millantate poi trasformate in atti d’amore – la favola del principe ranocchio al contrario-, l’Italia come sede sicura di vacanze sciorinato negli studi della Gruber e gli aperitivi propedeutici sui Navigli, le campagne sierologiche annunciate e non partite perché- come Mussolini che aveva le baionette e non i fucili- si avevano i tamponi (forse) ma non i solventi.

Soprassediamo sul caos “congiunti”- giuro che mia moglie ha capito che io potessi avere un amante quando incominciai ad uscire con l’autocertificazione a favore del congiunto da andare a trovare-, soprassediamo sulle tartine di Villa Pamphili e le torte in faccia a Colao.

Se questo è un sogno, per favore, svegliatemi!

Se invece non è un sogno e tutto questo l’ho immaginato, prendetemi a schiaffi.

In qualsiasi caso, aiutatemi, che sia sogno o realtà, perché io non sopporto più di sentire lo sciamano Don Juan Arcuri dirmi di varcare le sette porte dei sogni per raggiungere la perfezione nell’arte, appunto, di sognare, anche attraverso le favole della buonanotte di Peppiniello, e quindi di uscire dalla nostra dimensione di aula per entrare in un’altra fatta di spazi illimitati, mura di atti d’amore, protette da cinte di potenze di fuoco.

Dove mi vedo apparire una Mary Poppins con le labbra da fuoco, con il metro statico in mano e Bert, l’uomo orchestra del film, che sfreccia, nei panni di Casalino, su un monopattino inseguito dalla Fedeli su un banchetto sulle ruote, che cerca di ottenere finalmente un diploma con la didattica a distanza, manco avesse l’alito di Scanzi dopo un ora di leccate sul Travaglio secondo Marco.

Il tutto mentre Salvini balla sulla bocca del Krakatoa, inseguito da Di Maio per l’ultimo bacio, minacciando quest’ultimo di abolire l’amore gettandosi dal balcone di Palazzo Chigi, mentre Bonafede insegue Di Matteo per riportarlo in carcere.

Svegliatemi!

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