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VINNIE JONES, IL DURO DI WATFORD

IL DURO DI WATFORD

Ha la faccia da duro, gli occhi di ghiaccio,il fisico possente, le mani callose e forti di chi ha lavorato in muratura.

Sulle nocche ci ha tatuato “Hard & Fast” che ti dà l’idea del rude gallese (anche se originario inglese) sempre pronto a prendersi una sbronza il sabato sera al pub e ad attaccare briga, così tanto per non annoiarsi.

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Facile che con tali parametri il mondo del cinema ti apra le porte come caratterista.

Persino in pellicole mica di seconda fascia: “Snatch- Lo strappo”, “Fuori in 60 secondi”, “Codice Swordfish” e un’altra trentina di titoli.

Meno facile che si aprino le porte del mondo del calcio.

Eppure Vinnie Jones è stato prima un calciatore, dai piedi ruvidi come le mani e il volto, poi imprestato al cinema.

O forse il contrario.

Forse, Vinnie è stato tante cose, muratore, domatore di tigri in tv, personaggio del Grande Fratello inglese, operaio sui grattacieli per una serie documentario.

Oppure semplicemente Vinnie Jones, “Psycho” per i suoi avversari sul rettangolo verde.

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TRA UN MATTONE E UN PALLONE

Vinnie, vero nome Vincent, cresce in quella periferia abbruttite tipica di Watford.

Grigia, come tutto il resto.

Sono grigi i cieli sopra Watford, come sono grigi i palazzi, tutti uguali.

Grigi come gli animi delle persone, sempre a combattere per portare un pezzo di pane a casa, perennemente senza soldi, con un presente incerto e un futuro scritto nei rivoli che scorrono lungo i marciapiedi dopo ogni pioggia.

Vinnie non è certo un campione a scuola, anzi per lui è una perdita di tempo, meglio fare a botte con i coetanei e non solo.

La strada del lavoro, in muratura, sembra salvarlo da un destino forse piu’ tragico.

Per ammazzare il tempo incomincia a giocare, alternando quello che è hobby al lavoro, nel Wealdstone.

Usare le mani per battere con la mazzuola e i piedi per calciare per lui hanno il medesimo effetto: significa sfogare la sua rabbia di giovane disilluso dalla nascita.

Si porta dietro le alzatacce all’alba e la consapevolezza che quel mestiere, del muratore, o lo affronti di petto dall’inizio del giorno oppure ti seppellisce.

Semplicemente trasporta il lavoro sul campo di calcio e lo applica, con una tenacia feroce.

A 21 anni decide di provare l’esperienza all’estero, trasferendosi in Svezia all’ IFK Holmsund,  in terza categoria nordica!

Campionato che vince, meritandosi la chiamata del Wimbledon.

Lì entra a far parte della Crazy gang, quella allegra (poco per gli avversari) brigata che porta a vincere al Wimbledon il suo unico titolo, la FA Cup, contro il Liverpool.

Gioco maschio, interventi intimidatori e provocazioni, una continua caccia all’avversario, minacce messe anche in pratica, queste le caratteristiche principali di quella squadra che sembra costruita a perfezione su Vinnie.

Vestirà poi le maglie del Leeds, dello Sheffield United, persino del Chelsea.

E, seppur inglese, la maglia della nazionale del Galles, forse sentendo il suo spirito combattivo più vicino a quello di quella piccola parte di Gran Bretagna.

O forse perché, in patria, giocatori del calibro come Lineker e Robson non lo vedono di buon occhio, considerandolo non altro che un macellaio.

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UN MACELLAIO.

Perché la fama di un macellaio è quella che precede Vinnie Jones.

Di lui gli avversari hanno timore.

Per quel suo randellare caviglie e campi di calcio fangosi come randellava le pietre, ecco perché lo ha voluto al Wimbledon prima Dave Bassett e poi Bobby Gould.

Costruiscono intorno a Vinnie Jones, che nel frattempo diventa sempre piu’ leader, sempre più cattivo, in una squadra di “bad boys”, il miracolo Wimbledon.

Squadra dal gioco duro, un calcio al limite della ferocia (spesso superato) dove l’avversario va fermato, a qualsiasi costo.

Una squadra che ricalca, in parte, le gesta fuori dal campo, di un’altra grande squadra di pazzi, la Lazio del 1974, quella di Maestrelli ma anche di Chinaglia, Re Cecconi, Pulici: gente che si prendeva a schiaffi negli spogliatoi e sparava ai lampioni in ritiro, per poi sfogarsi sugli avversari in campo.

E così non è difficile vedere rientrare in campo Vinnie e compagni, magari dopo un tempo disastroso, pieni di lividi per le botte che si sono dati nell’intervallo o prima della partita.

Pessimo segnale per gli avversari, la personale “haka” della Crazy Gang.

Così perché stupirsi se Vinnie, fuori e dentro al campo passa da un eccesso all’altro.

Alterna la classica lite al pub con l’espulsione più′ veloce della storia del calcio: 3 secondi per aver fratturato una gamba!

Ne collezionerà 12 di espulsioni, un record che gli viene tolto solo da Roy Keane con 13!

Intanto trova il tempo, tra 50 punti di sutura per aver litigato con un buttafuori e una partita dove sostituisce in porta il titolare espulso, di accorciare la carriera a Gary Stevens, nazionale inglese e strizzare i testicoli a Paul Gascoigne, non certo un angioletto.

E giu’ una serie da interventi che gli assicurano il soprannome di “Psycho”, interventi tanto duri e efferati che Vinnie sente il “dovere” di raccoglierli, insieme a quelli di altri suoi “colleghi” come Greame Souness, in nefandezze, in un video, il famigerato “Soccer’s hard Men”, dove elogia la natura maschia del calcio e spiega come si picchia in campo.

Forse è proprio questo video ad aprirgli la strada a Hollywood, insieme una multa di 20mila sterline e sei mesi di squalifica.

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IL MATCH PERFETTO.

Anche Vinnie, nonostante gli eccessi, ha diritto al suo match perfetto, quella partita che te la giochi al massimo delle tue possibilità, che ti rende orgoglioso.

E stavolta non è sui campi di calcio ghiacciati svedesi o su quelli meno fangosi della Premier League.

Non è una partita giocata segnando un goal pazzesco o maciullando la caviglia di un avversario.

Nessun titolo da portare a casa come squadra.

Ma una rivincita sulla vita.

La sua partita perfetta è Tanya, la moglie.

Il suo punto di riferimento, la sua forza interiore.

«E’ convinta che la sua vita sia stata salvata per salvarmi e io sento che è il mio unico ruolo sia badare a lei. Chissà dove sarei senza di lei» dice Vinnie di Tanya.

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Il destino però è dietro all’angolo, e sa come prendersi gioco di un rude come lui.

Semplicemente entrando da dietro, in tackle, su di lui, spezzandogli non una caviglia, ma l’anima.

Così, a soli 53 anni, nel 2019, la sua Tanya viene a mancare, dopo aver combattuto contro un cancro alla pelle per sei anni.

Sei anni nei quali Vinnie è riimasto vicino a lei, come lei lo è stato con lui, al di là di un carattere di merda, diciamolo pure, fatto di eccessi e accessi.

Vinnie è un muratore, e la sua vita è costruita di tanti mattoni, tanta calce e tanta fatica, e il palazzo ora sembra traballare per la prima volta.

Ma è anche un duro, un attore, un calciatore.

E’ tante cose Vinnie.

«Ho incontrato sempre gente che cercava di buttarmi giù, ma ogni volta ho reagito. Ho giocato per 15 anni e nessuno mi dava il minimo credito ma forse non me lo daranno mai

Ricorda quella scena di “Snatch” dove viene sparato più volte da un cinese il quale, vedendolo sempre in piedi, grida stupito: “Se ti colpisco, devi cadere!

Ecco, la vita non creda di aver sconfitto Vinnie Jones.

Lui si rialza, sempre.

Sono gli altri, spesso, a non farlo.

Vinnie Jones è stato prima un muratore, imprestato al calcio e poi al cinema.

O forse il contrario.

Oppure semplicemente Vinnie Jones, “Psycho” per i suoi avversari sul rettangolo verde.

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