Da Travaglio alla Annibali…
“La legislatura sta per essere sciolta (si spera nell’acido)” : parole, pensiero ed inchiostro di uno dei più “caustici” giornalisti esistenti (classe invero che sta rapidamente estinguendosi o evolvendosi in sottoforme di paguri), l’editorialista del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.
Apriti cielo! Dalla nuova eroina post Leopolda, la coraggiosa (per davvero, non di quelle all’Asia Argento, per capirci) Lucia Annibali alla sempre presente Deborah Serracchiani si sono alzati gli scudi luminosi invocando l’ennesima crociata contro la violenza di genere!
Il resto del carico non ha mancato di metterlo il PD a guida cazzaro toscana!
Travaglio, per un giorno, sfoderando solo la sua libidine scrittoria, è riuscito ad essere il nuovo Weinstein italiano!
Premetto, io la signora Annibali la stimo (la Serracchiani un po’ di meno, politicamente e umanamente) e ritengo, personalmente, che la violenza da essa patita non potrà mai essere ripagata da anche mille anni di galera per chi l’ha compiuta.
Ciò che non stimo è che venga tutto ricondotto, anche le personali tragedie, ad una lotta politica.
Perché di quello stiamo parlando, in fin dei conti.
Perché, signori miei, giunge voce che Lucia Annibali stia per essere scelta come testa d’ariete dal PD alle prossime elezioni.
Insieme ad altre personalità come quel Burioni ,medico che si è distinto per la sua campagna pro vaccinazioni e contro i no Vax.
Utilizzare una disgrazia per criticare, in modo pretestuoso ( perché non vorrei offendere l’intelligenza dell’Annibali ) un giornalista sicuramente non allineato è un gesto basso e subdolo ; tanto più che la frase era riferita non ad una persona ma verso una attività ( quella di governo ).
Un governo che, nel corso delle ultime legislature, ha usato sì violenza, e mancanza di rispetto, contro un popolo etichettato man mano come ” bamboccioni, esodati, ciaoni, di demagogi, di speculatori ( riferito ai risparmiatori del “caso banche”) ”.
Oppure, nell’espletamento del suo diritto costituzionale, il voto, invitato ad “andare al mare (referendum sulle trivelle)”.
Lucia Annibali sappia che, se si presenterà col PD alle prossime elezioni, lo farà con la maggioranza di un governo uscente che forse non ha sciolto nell’acido nessuno.
Pur sempre, però, un governo che ha tagliato i fondi per l’assistenza ai disabili, o rimuove 50 milioni stanziati per il potenziamento dei servizi sanitari per la cura dei linfomi per i bambini di Taranto.
Ma non ha toccato i 60 milioni destinati a un evento sul golf.
Non so per lei, ma io lo trovo più violento e amorale della satira di Travaglio.
Ma lasciamo perdere.
La Annibali, da persona intelligente, forgiata anche in una sua umana disavventura , e da professionista (è avvocato) sa che il concetto da lei espresso è pretestuoso.
Non fosse così ( e ciò sarebbe grave)dovrebbe ragionare su come, usando lo stesso metro di giudizio, tutte le volte che il governo è stato definito “cieco”, si siano sentiti Bocelli o Annalisa Minetti!
Né altrettanto vorrei immaginare una cena di lavoro dell’avvocatessa in questione che salti perché uno degli astanti dichiara di avere “una acidità di stomaco!”
Lo querelerà?
Oppure non si è sentita in causa, perché attacco proveniente dal suo stesso lato politico, quando un’altra donna, Maria Teresa Meli (comunista col rolex al polso) sostenne, in diretta Tv a La7, che “l’ordine dei giornalisti andrebbe sciolto nell’acido”?
E parlando di acido, pensa veramente che sia solo una questione di violenza di genere? Lo chieda, allora a William Pezzullo !
Oppure dovrei preoccuparmi come si sentano Oscar Pistorius e Alex Zanardi se mi ascolatassero dire che la Annibali si “è tirata la zappa sui piedi”?
Quello stesso Zanardi che, dichiarando di voler votare Sì al referendum, fu oggetto della frase “ Vota Sì? Me lo aspettavo più in gamba…” da parte del sindaco di Suvereto.
Già, Alex Zanardi.
…per arrivare ad Alex Zanardi
Dal quale riparto per tornare alla Annibali, alla quale rinnovo tutta la mia stima, ma solo come donna vittima della bastardaggine maschile, raccontando solo questo piccolo esempio.
Lo so, non parleremo di violenza subita, almeno non da parte di altre persone.
Ma dimostra come ci si può porre di fronte alle proprie problematiche e viverle in maniera diversa, arrivando persino a farsene beffe.
Siamo nel dicembre 2001.
Alex Zanardi, fresco di recupero post operatorio dove aveva subito l’amputazione degli arti inferiori (dopo il tragico incidente automobilistico), si presentò alla premiazione dei Caschi d’oro promossa dalla rivista Autosprint.
Al momento della sua premiazione con un Casco d’oro Speciale, Zanardi si alzò dalla sedia a rotelle, reggendosi sui braccioli, suscitando una grande emozione tra i presenti.
La platea è scossa, Shumacher stesso si avvicina ad Alex e lo abbraccia.
Zanardi va oltre. «Sono così emozionato che mi tremano le gambe. “
Ride lui, ridono tutti, pubblico e presentatori.
Tutti in piedi, a bocca aperta, a stropicciarsi gli occhi, a suonare i clacson preparati per Shumi l’ invincibile pilota, ma suonati per Alex Zanardi, l’ inossidabile uomo.
Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi, e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo
Grande Zanardi.
Non voglio pensare che la caratura morale, umana, di Zanardi sia superiore a quella della Annibali.
Credo però che l’unica differenza sia insita nel fatto che uno ha deciso di rincorrere la vita per riprendersi ciò che ha perso.
L’altra ha scelto la politica.
E con essa il suo virus.
Che non ha ancora vaccino, evidentemente.
La Annibali avrà modo e tempo di chiedere consiglio a Burioni, altra medaglia elettorale al merito, dopo il 4 marzo 2018.