Francia protesta

Se la Francia vince, l’Italia perde

Quello che sta succedendo in Francia, e ora incomincia anche in Belgio, con l’oramai quotidiana protesta,  da quasi due mesi a questa parte, contro la riforma del lavoro messa in campo dal governo francese, è una molteplice sconfitta di quest’ Italia.

E’ una sconfitta per i sindacati, incapaci di difendere i lavoratori, accontentandosi di qualche ora di sciopero per non disturbare il manovratore.

Probabilmente in Francia i sindacati sono dalla parte dei lavoratori. Contano ancora qualcosa.
Qui  sono diventati una lobby, inutile e ignava, e marciscono tra fondi pensione, patrimonio immobiliare immenso e stipendi da nababbi.

La loro vita sindacale, i vari Barbagallo, Camusso  e Furlan, la  espletano  in un vergognoso  andirivieni tra i palazzi del potere, fustigando gli operai che dovrebbero difendere  e affermando anche che deve piacere.

E’ una sconfitta per i lavoratori italiani, incapaci  di respingere la spinta verso il baratro al quale vengono  mandati come pecore destinate la macello. Anzi, nel caos generale, ci si azzanna fra pecore per sopravvivere.

E’ una sconfitta anche per Messer Renzi e la sua corte di mediocri vassalli, fantasiosi giullari e laide cortigiane. Infatti da Parigi risuona alto il grido “Non vogliamo fare la fine dell’Italia, voi vi siete fatti fregare”

13256501_1000101356733923_5816979007194945826_n

Possibile che i francesi, con la loro innata spocchia, lo abbiano capito e pretendano di spiegarlo pure a noi?

L’Italia , purtroppo è un paese che ama farsi ingannare.

E , credetemi pure, non è poi così difficile prendere per i fondelli  il popolo.  Ben lo sapeva Ferdinando II di Borbone il quale realizzò che le tre “F“, cioè “Festa, farina e forca” consentono di ben governare un popolo.

Ma, come ogni gioco di illusionismo,  viene anche il momento che il trucco viene scoperto.Il popolo si sveglia dal torpore e allora fa delle cose oscene, che qualcuno chiama rivoluzione.

In Francia sta succedendo questo, e sappiamo, per storia conclamata, che i francesi non hanno limiti morali in tale questione.

In Italia è diverso.

In Italia non va più di moda protestare, è roba da “vecchi comunisti” persino per chi , come la sinistra (guarda caso al governo) quei valori dovrebbe incarnarli Noi,toccato  il fondo non tentiamo di risalire. Troppo faticoso , piuttosto meglio scavare ancora più in basso .

Rispetto ai brutti e sporchi francesi noi siamo un popolo di buonisti, di quelli del politically correct!

Le rivolte sono sporche , brutte e cattive. E fastidiose.

Noi usiamo lo “strumento  democratico”,col dovere di ricordarci che le derive portano  agli “anni di piombo“,” all’instabilità sociale”, alla “perdita di valori democratici”.

Per questo parlare di rivoluzione ci indigna non poco, mentre plaudiamo alle parole di Starace!

Eppure in Francia sono reduci da attentati che in Italia sarebbero stati presi da pretesto dai nostri politicanti per bloccare ogni protesta con leggi liberticide.

Eppure, anche noi siamo capaci di scendere in piazza.

Quando il treno fa sciopero, la nave non imbarca, l’aereo non decolla, o tram e bus non partono dal deposito, siamo tra i primi  a scendere in piazza a lamentarci contro chi, forse, sta difendendo un proprio diritto.

Per la Francia, rivoltarsi è una consuetudine storica.

Anche da noi. Dall’altra parte.

Un pensiero su “Se la Francia vince, l’Italia perde”

  1. Come si può commentare questo comemento che si comenta da solo? Sei stato precisisssimo…l’Italiano ha perso l’istinto di sopravvivenza che lo spingeva a rivoltarsi…Si è accomodato..lo hanno fatto accomodare, poi lo hanno spaventato..e da vigliacco per non perdersi quella seggiolina nel canto della via ..sta lì a godersi quello spicchio di sole pur sapendo che poi arriverà il vento freddo che comunque spazzerà via anche quel poco calore..Ma quel canto lo rassicura..non valuta che anche quel canto può essere distrutto….e resterà senza nulla a cui appoggiarsi e scaldarsi…Ecco..questa è la fine che faremo…se…se!!

Rispondi a Bielli Maria Grazia Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>