bruxelles

C’è sempre una prossima volta

Non ci sarà un ultima volta ma tante prossime volte. E’ stato così Per Charlie Hebdo, lo è stato per Parigi, lo sarà per Bruxelles.  Aspetteremo semplicemente che accada, consci che succederà. E allora riproporremo  sempre le stesse trite  frasi di circostanza, la stessa indignazione, una sana rabbia che farà posto alla paura.

Che strano destino per un continente  che si definisce democratico essere schiaffeggiato da  uomini di terre dove la democrazia non vogliamo che attecchisca. Meglio allevare un dittatore che un popolo conscio delle sue possibilità.

Già, infatti: creiamo i nostri mostri che poi si ritorcono contro noi e poi stiamo lì a chiederci il perché, esterrefatti  che un cane possa mordere il suo padrone.

Rifiutiamo di vedere la realtà, di affrontarla, così come facemmo all’alba dell’ideologia nazista. Anche lì decidemmo di non decidere, ci stupimmo prima  e ci indignammo dopo, ma prendemmo coscienza del problema  solo quando l’esercito tedesco invase la Polonia. Troppo tardi, eravamo in guerra!

La  guerra la puoi vincere, ma solo se decidi di combatterla. Senza aspettare la prossima volta.

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