astensionismo

Il primo partito

Le ultime regionali hanno dimostrato un dato di fatto: in Italia il primo partito è quello dell’astensionismo. Anche il non voto è un voto! E contribuisce  a formare un partito silenzioso, invisibile,senza bandiere e slogan.Un partito fatto di persone che non si sentono piu rappresentati, nè da destra ne da sinsitra, ne da movimenti nè da liste civiche.Un partito che ha deciso di non votare tanto per farlo.Un partito fatto di anziani che hanno perso la speranza, di giovani che vivono nella disperazione, famiglie intere che guardano con preoccupazione il futuro dei loro cari. Sbaglia chi accusa l’astensionismo di essere parte delo sfacelo politico! Come puoi votare qualcuno se non ti senti rappresentato da nessuno? E cosa servirebbe presentarsi al voto tanto per timbrare scheda bianca? E votare tanto per votare, o votare per interesse personale, oppure per piaggeria quanto è piu’ morale del non farlo? Oppure accontentarsi di votare non il migliore ma il meno peggio dovrebbe diventare la massima aspirazione? Credete che sia facile decidere di non votare? Ebbene allora lasciate indietro le vostre ideologie, i vostri interessi, le vostre simpatie e provateci! Invero, l’astensionismo è l’ultima forma di una rivoluzione silenziosa e pacifica, prima che ne segua un altra ben piu fragorosa e dura,violenta, cattiva.Continuiamo pure a ragionare su chi non è andato a votare.Continuiamo pure a giudicare. Chi non ha votato non lo ha fatto  e basta. Pensiamo, invece,  alle scelte di chi ci è andato. Passiamole al vaglio, esaminiamole. In realtà, in termini politici e di moralità,sono quelle che fanno davvero la differenza. Se è vero che  la metà degli elettori non va a votare i politici devono farsi una seria autocritica, ma è anche vero che se chi va a votare decide di dare la maggioranza a partiti,di destra e sinsitra (i quali hanno creato l’orrida situazione politica, sociale e morale presente in Italia) e si affossano movimenti o persone ben piu degni, ebbene qualcosa di marcio nel popolo votante ci deve essere!

di Mattera Antonio

2 pensieri su “Il primo partito”

  1. Vedo che con veemenza continui sul discorso avviato giorni addietro sul voto e il non voto. Per adesso pare che siamo ancora in democrazia e credo che la scelta la si possa ancora fare. Votare SI o votare NO! Verissimo, dopo la tornata elettorale, sia Regionale che Comunale è emerso che il dato dei NON votanti è stato superiore a quello dei VOTANTI. Ribadisco quello che dissi all’epoca: “Per me il voto è un diritto dovere. Come italiana ritengo di rispettare la Costituzione che lo indica come unico modo per poter eleggere persone che possano accedere alle aule Parlamentari. Formare Governi per Governare il Popolo Italiano”. Sono ancora del medesimo parere e il veder crescere il partito dei non votanti fa molto male. Concordo in quello che hai detto a proposito della disaffezione verso questo istituto. La corruzione, l’arroganza, l’incompetenza, i personalismi e quindi la cattiva gestione dei nostri governi passati. Non mi sento responsabile di aver affossato movimenti validi e riformisti (evidentemente non hanno raggiunto il quorum per poter accedere al Parlamento). Non mi sento neppure MARCIA per essere andata a votare. Se non l’avessi fatto (e l’ho fatto volentieri ) mi sarei sentita inutile, la mia coscienza non me l’avrebbe perdonato. Mio padre mi ha insegnato che” fino a che ce ne daranno l’opportunità DEVI votare, potresti un giorno pentirtene ed alzarti un mattino senza più poterlo fare” Ho rispettato le regole dettate dalla mia coscienza. Da che mondo è mondo l’uomo nasce puro e purtroppo puro non rimane. Così io, preso visione di programmi politici, ho scelto quello che più ritenevo rispecchiasse i miei valori , le mie tradizioni, i miei desideri per il popolo a cui appartengo. Faranno quello per cui io li ho votati? Non lo so, lo spero! Se lo faranno, ne sarò felice, se non lo faranno, alle prossime consultazioni ne sceglierò un altro nel quale riporrò le stesse mie speranze Tutto questo, per me, ma più che altro, per le mie figlie, per le mie nipoti per il loro futuro. Dici che questo partito di anonimi contestatori un domani possa far scoppiare una rivoluzione più rumorosa, violenta, seria e cattiva! Bhe, non mi piace la guerra, non mi piace la guerra civile. Ho subito in famiglia il proseguo della Guerra, si della seconda Guerra Mondiale. Ti assicuro che non è da augurarsi neppure al peggior nemico! E’ uno stillicidio che ti finisce l’anima e il cuore. Dove perdi le amicizie che diventano striscianti odi…Dove le parole , anche non dette..sono pugnalate che di ammazzano più di una fucilata. Dove perdi la serenità in famiglia. Bene sono passati 70 anni ed io adesso nonostante tutti i brutti governi, le vessazioni, l’abuso di potere, l’evidente disagio economico, il fallimento dell’esperienza Europea, la perdita dell’ IDENTITA’ Nazionale, della nostra moneta. Io ho ancora la SPERANZA che si possa cambiare senza dover arrivare a soluzioni tragiche. Mi puoi dare di tutto: Idealista, populista…ma non mi puoi dare e considerare MARCIA. Io ho sempre agito con dignità, senza mai pensare a tornaconti personali (anzi, tutt’altro). Illusa di vedere il mondo più giusto, senza sotterfugi, senza falsità. Avrò fallito? Non lo so……ma ci ho provato!

  2. Come al solito il senso delle parole va interpretato e vedo che dovrei allegare un dizionario per far intendere cosa significa la frase ” qualcosa di marcio nel popolo votante ci deve essere!”.Evidentemente ognuno preferisce sentirsi offeso nel personale piuttosto che ragionare nel collettivo.Ma se anche così fosse è quanto meno singolare che tu possa definire “ignavi” chi non vota (eccome se lo hai fatto ,in altri post e altri posti) e offendersi per il marcio. Di fatto io non discuto la libertà di voto di nessuno, ma discuto del fatto che da troppi giorni si sente dire che il problema è per via degli astensionisti.Insomma, a vostro dire, se voi decidete di sparare a qualcuno la colpa è di chi non lo ha fatto prima di voi,impendendovi così’ di farlo.Ma va bene così,ognuno ha le sue idee, massimo rispetto per le tue, pretendo massimo rispetto per le mie, saranno il tempo e i fatti a dire chi avrà ragione ( e per ora sono in netto vantaggio). Non è il cambio nome di un partito, un pò di botox sulle guance e labbra, la cosidetta “classe nuova” che tanfa di vecchio, che può darmi speranze. E cambiare voto tanto per cambiare è l’italico problema dell’arte di arrangiarsi. No grazie, io sogno di dare ai miei figli un paese dove si voti il migliore non il meno peggio.Vi auguro di ribaltare la situazione. Sulle rivoluzioni: non ne esistono, ne mai sono esistite di pacifiche. Ogni rivoluzione ha il suo prezzo e il prezzo va considerato in funzione di ciò che si ottiene e mantiene.

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