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Il Dio che non è mio

Popoli affamati, genti straziate
Bambini abbandonati,mani sollevate
Occhi che non ridono, cuori che piangono,
muti testimoni di paura,odio ed orrore.
In questo mondo si nasce e si muore,
invisibili, come nell’aria il vapore.
Figli di un dio spesso non cercato,
libero arbitrio per rimanere ignorato.

Nazioni in guerra,paesi martoriati.
Madri fra le macerie,corpi sventrati.
Pelli di diverso colore, unite nelle pene,
schiene curve, schiavi senza catene.
Onde che sommergono la speranza,
cannoni e bombe gridano alla fratellanza.
Figli di un dio assente ingiustificato,
nel cui nome l’uomo si è trincerato.

Donne che vendono un ora di piacere,
uomini che la ottengono contro il loro volere.
Bambini dai corpi come templi dissacrati,
adulti carnefici,mostri nell’ombra celati,
barbari conquistatori di affetti depravati,
si riversano sul gregge come lupi affamati.
Figli di un dio a propria immagine inventato,
simile nell’odio a l’uomo che l’ha creato.

Scheletri ambulanti con la fame per compagna
Mani imploranti, in cui la miseria stagna.
Tazze d’acqua,oro in uno scrigno di fango,
piaghe dove le mosche ballano un orribile tango
Vite spezzate, con la dignità unica ricchezza,
vite mai nate,con il dolore unica certezza.
Figli di un dio che non è mai stato mio,
perchè dove l’anima osa, là voglio essere io.

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