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Quelle domeniche con The Persuaders

Inizio il mio viaggio personale nel retrò,  incominciando a parlare di serie tv.
Tralasciando le italianissime Sandokan, L’amaro caso della Baronessa di Carini, La Cittadella, La Freccia Nera e lo Scaramouche con Domenico Modugno e le “internazionali” Spazio 1999, Il Santo, Doctor Who (dei miei tempi), Uno sceriffo a New York, cannon e Kojak, per finire a Twin Peaks, Visitors (sempre degli anni 80) e Chips, quella per la quale proprio sbavavo, che la domenica era un appuntamento da non mancare mai, era The Persuaders, in Italia conosciuta come “Attenti a quei due”.

Il mio innamoramento partiva dalla sigla, che propongo al termine.
La serie aveva due protagonisti, l’americano Danny Wilde (un self made man partito dai bassifondi newyorchesi e diventato miliardario) e l’aristocratico inglese, un baronetto, Brett Sinclair, impegnati in avventure investigative dal Giudice Fulton, amanti entrambi di lusso, belle donne e auto veloci.
Erano interpretati, Wilde e Sinclair, da Tony Curtis (marito di Janet Leigh dalla quale ebbe Jamie Lee Curtis, attrice in “Fog”, la saga di Hallowen, “Un pesce di Nome Wanda” e True Lies”) e Roger Moore (conosciuto per la serie “Il Santo” dove vestiva i panni di Simon Templar e ancora lontano da raccogliere l’eredità di Sean Connery e George Lazenby come la spia piu’ famosa del mondo ossia lo 007 James Bond).
Tony Curtis girò buona parte delle scene senza l’aiuto di stuntmen e spesso le scene venivano girate due volte, una seguendo il copione, l’altra lasciando i due protagonisti liberi di improvvisare e poi si sceglieva la migliore.
Un esempio è una sequenza dell’episodio L’Aquila di bronzo in cui Danny Wilde esce dalla doccia e risponde al telefono pronunciando la frase: “No, qui non c’è nessuno Schwartz!”. Bernard Schwartz è il vero nome di Tony Curtis!
Secondo l’autobiografia di Roger Moore, l’uso di cannabis da parte di Curtis era così intenso che la fumò persino davanti a un poliziotto mentre stavano girando al 10 di Downing Street. Nonostante ciò, i due attori hanno sempre detto di essere ottimi amici, tanto che, nel 2005, Curtis affermò che non avrebbe mai fatto un remake senza Moore.
Il budget all’epoca fu altissimo (flop in America, ma ascolto record in Europa, dove sbancò letteralmente) e dagli episodi vennero tirati fuori alcuni adattamenti cinematografici che, naturalmente, non mancavo di andare a vedere, anche perchè allora il Cinema Excelsior, uno dei pochi a Ischia, era gestito tutto da colleghi (dipendenti postali) di mio padre, dalla vendita del biglietto alla vidimazione, passando per la proiezione e persino il banchetto di patatine e coca cola, per il quale motivo non pagavamo mai! In cambio, col tempo, piu’ da giovincello, sarei andato a dare una mano a staccare i biglietti.
Lo so, oggi queste serie tv farebbero sorridere, prive di orpelli tecnologici e computerizzati, ma io ne ancora sono tremendamente innamorato.
E non solo perchè rimandano al periodo felice della mia infanzia e a un mondo che, lasciatemelo dire, era immensamente piu’ genuino e ancora foriero di sogni nel futuro.

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