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Saviano? vittima del servilismo scolastico

La mia su Saviano e sull’“affaire libri-scuola”.
Non è colpa sua.
La circolare fatta passare e che imponeva l’acquisto del suo ultimo libro, è una evidente forzatura ossequiosa dei dirigenti scolastici.

Quei stessi dirigenti scolastici che, come in tutta Italia, non si sono sentiti mai in dovere di consigliare, invece di imporre, l’acquisto di un testo di Salvatore Quasimodo, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959, quando la riforma Gelmini lo fece fuori, insieme a Sciascia e ad altri, dal piano di studio scolastico.SAVIANO
L’ennesima gaffe, dal sapore di servilismo, di una classe dirigenziale scolastica che, per la maggior parte, aspetta solo il giorno di paga, delegando agli studenti e alle famiglie la soluzione dei problemi.
In tutta la faccenda, chi ci perde sono, come al solito, i ragazzi, gli studenti, che avrebbero avuto l’occasione di confrontarsi con un autore che, pur non piacendomi ultimamente, ha qualcosa da raccontare loro.
E ci perde Roberto Saviano, che di questa problematica non voluta, ne avrebbe certamente fatto a meno.
Quello stesso Saviano che, però, visto che si doveva discorrere del tema trattato dal suo ultimo libro, avrebbe potuto prima ( e potrebbe dopo) donare qualche copia della sua opera alle classi, in modo da farne anche una lettura collettiva in attesa del confronto.
Forse lui è povero di vita vissuta, ma ricco di conto bancario.
In quella scuola, come in altre, vita visssuta e conto bancario, dei ragazzi e delle loro famiglie, vanno a braccetto.
Al ribasso.

 

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