montezemolo

Le Olimpiadi della discordia 2

Attenti a quei due!

Giovanni Malagò e Luca Cordero di Montezemolo, come Roger Moore e Tony Curtis, nella fortunata serie televisiva anni ’70 “The Persuaders (in italiano “Attenti a quei due!”).

Per chiarirci, Malagò e Luca Cordero di Montezemolo sono quelli dei fallimenti, in coppia o singolarmente, di Italia 90 (stadi da obbrobrio, record di morti e feriti sui cantieri, deficit economico) i mondiali di nuoto del 2009 (piscine e strutture mai terminate, lo scandalo della vela di Calatrava mai terminata e soldi pubblici spesi a go-go), e qualche altra cosa che ora mi sfugge.
Ma statene certi, sempre a spese delle tasche del tesoro pubblico.
Quindi le nostre tasche.
E anche in questo caso, apre che non si dica tutta la verità (http://limbeccata.it/la-polemica/olimpiadi-2024-malago-non-la-racconta-giusta/).
Ma come Moore e Curtis investigavano su delitti e casi misteriosi, i nostri due italianissimi gentlemen si comportano come l’assassino  che torna sempre sui luoghi del delitto.
E quando Luca Cordero di Montezemolo, in qualità di presidente del Comitato promotore per Roma 2024, accompagnato dal numero uno del Coni Giovanni Malagò e dalla general coordinator Claudia Bugno  si è presentato per illustrare la mappa dei luoghi delle nuove Olimpiadi romane, la sensazione di essere calati nella serie televisiva  è stata insostenibile.
Dal bacino di canottaggio di Settebagni alla cittadella sportiva di Tor Vergata fino al Velodromo dell’Eur, tutti i posti segnati sulla mappa olimpica.
Guarda caso tutti di proprietà dei soliti noti, da Anemone a Balducci.
Tra i luoghi, solo per capirci e per un pò di curiosità , ci sono anche il Salaria Sport Village, il centro estetico dove si faceva “massaggiare” tale Guido Bertolaso.
A tal proposito, meglio ricordare le parole di Marino, che pure aveva appoggiato la candidatura di Roma, come sindaco, quando nacquero le prime diatribe sulle zone che avrebbero ospitato la costruzione del villagio olimpico, terminando così, prima del 7° anno, il matrimonio d’amore.
Ecco le parole di Marino.
“Il progetto inclusivo di varie aree sarebbe stato sottoposto con un referendum al giudizio dei romani. La nostra idea delle Olimpiadi era studiata al servizio dei cittadini della Roma futura”, aggiunge Marino,“poiché l’idea di fondo è che le Olimpiadi siano di una città, non il contrario”.
Invece secondo l’ex sindaco il progetto che sarà presentato al pubblico il 17 febbraio sarà calato dall’alto senza che la città ne sia stata resa partecipe: “Ci diranno che il Villaggio Olimpico si dovrà fare nel verde di Tor Vergata e si dovrà prolungare la metro C. Il risultato è che le Olimpiadi secondo il modello Renzi saranno al servizio di altri interessi, non di quelli dei romani. Per rendersene conto, basta vedere la foto del 21 febbraio scorso a Losanna: all’incontro ufficiale c’erano Renzi, Malagò e Montezemolo. Ma non c’era Roma“.

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