Visto che ci piace discutere tanto sulle libertà altrui (e in questi giorni si sviluppa l’affaire Burkini), senza che gli interessati lo abbiano mai chiesto,  solo poche righe per affermare che la libertà è una conquista, un diritto ottenerla ma anche un dovere cercarla.

Una certa Rosa Parks lo volle fortemente e lo ottenne semplicemente sedendosi in un posto, sul bus, non destinato a lei.

Lasciamo agli altri cercare le loro consapevolezze e non cerchiamo noi di trovarle per loro, perchè per una Rosa Parks che abbia voglia di conquistarla ce ne possono essere cento che non sanno che farsene, e viceversa.

Non entriamo in disquisizioni su usi e costumi dei quali non conosciamo le radici.

Non assurgiamo a giudici da un errato piedistallo cianciando di sottomissione.

ll loro senso del pudore, anche per uno substrato culturale oramai accettato, potrebbe essere diverso dal nostro.

Anche loro  potrebbero non concepire come certe donne girano disinvolte per le spiagge con il seno al vento!

Ci è mai passato per l’anticamera del cervello che ad alcune di loro può fare anche piacere?

E chi siamo noi per decidere su tutti?

Chi siamo noi occidentali per parlare di decoro, sottomissione e violenza? Quelli che hanno regalato all’emancipazione della donna (che, con il suo consenso, ha ridotto anni di lotta a qualche centimetro in meno di vestito e qualche centimetro in più di tacchi a spilli) fili a dividere il culetto, il mondo del porno,veline scosciate senza cervello al posto di una Sabina Ciuffini d’antan che era vestita ma mostrava cervello, minorenni, figlie nostre,che si vestono da battone, labbra e seni rifatti tutto con il nostro beneplacito consenso solo perché, in fin dei conti, a noi maschietti piace “guardare”?

Non possiamo parlare di moralità, per favore!

Non cerchiamo le presunte libertà di chi non le ha richieste.

Lasciamo che ognuno trovi la sua strada, se vuole, e siamogli accanto, rispettando la sua scelta.

Tutto qui.