la-ciociara

Stupro e schiavitu’

Lo stupro non è solo un inaudito atto di violenza sessuale.

Lo stupro è una forma di schiavitù, la completa soggiogazione di una persona ai più luridi istinti bestiali.

Colei, colui, che lo subisce porterà quelle catene nel tempo.

Se rimarginano le cicatrici fisiche, non lo faranno altrettanto quelle profonde nella mente, nel cuore, nell’animo.

La vittima, trattata da schiava,annientata nel suo essere, rimarrà tale per tutta la sua vita.

Sarà il buio della sera a ricordarle la sua situazione.

Sarà l’anfratto solitario o la casa vuota a ricordarle che possono essere orrida prigione e non rifugio.

Saranno le ombre a ricordarle che dietro di esse possono celarsi nuove bestie a due zampe, nuovi padroni.

Saranno i suoi sogni, tramutati in incubi, a ricordarle che tutto ciò è accaduto realmente.

Saranno le occhiate di compassione, o quelle di curiosità, a rammentarle come si dovevano sentire gli schiavi, quelli veri, sul palco dove erano esibiti come merce.

Sarà l’atto amoroso con il suo compagno a ricordarle che ciò che sembra libero e sublime può trasformarsi nell’orrido e nell’infame.

Sarà il suo corpo a ricordarle, violato nelle parti più intime e nei modi più animaleschi, a ricordarle che qualcuno è diventato suo padrone.

Fustigandola nel corpo, incatenandola nell’anima, imprigionandola nella mente.

Liberarsi da quella prigione, guarire dalle ferite, spezzare quelle catene è una lotta contro ciò che può essere implacabile nemico o prezioso alleato:il tempo.

Il marchio, però, quello impresso dalla bestia, quello rimarrà.

Per sempre.
Come ai schiavi, quelli veri.

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