savepalestina

Un gesto, molti significati.

Riprendo questo mio vecchio scritto. E’ ancora oggi attuale, sulla questione palestinese, alla luce del bambino bruciato vivo dai coloni sion(az)isti e dei due diciasettenni palestinesi uccisi nelle ultime ore dall’esercito israeliano. Ci si sta preparando ad un altra estate rovente, e non per le temperature. Facile pensare che Hamas risponderà, a modo suo,  a questi omicidi. Facile capire che Israele non aspetta altro per tornare a portare distruzione su Gaza e la sua popolazione. Facile capire che ancora una volta il mondo deciderà di chiudere gli occhi.

Palestina - bambino dietro filo spinato
Palestina – bambino dietro filo spinato

E allora riprendo l’immagine di questo ragazzino, con la Kefiah e la bandiera palestinese e il simbolo, con le dita, della “V”.  Ma cosa Indica realmente quella “V” ? Qual’è il suo messaggio e il suo vero significato fra tanti che si possono attribuire quella lettera rappresentata in quel gesto?

Gaza - Uomo in lacrime
Gaza – Uomo in lacrime

Un pugno chiuso. Due dita alzate. Leggermente divaricate in obliquo. Una “V” fatta di carne, ossa, tendini, elementi che si spezzano ogni giorno in Palestina. Ma cosa può indicare,uno stato d’animo espresso attraverso un gesto, con quella “V”?
Difficile dirlo, sinceramente è un turbinio di pensieri quello che mi scorre nella mente, e quel gesto è spesso istintivo,non calcolato.
V come Vittoria: non quella bellica. Quella, i palestinesi se la possono dimenticare schiacciati come sono dalla terza o quarta superpotenza militare. Ma c’è una vittoria che possono e devono ottenere: è quella sull’indifferenza,arma subdola che fa danni altrettanto gravi come un missile, perché di fatto ne giustifica il lancio e ne tace la violenza.Palestina - NAKBA - 1948

V come Violenza, per l’appunto: quella violenza che il popolo palestinese subisce da 90 anni a questa parte. Quella violenza che subiscono indifferentemente soldati e civili, vecchi e donne. Quella violenza che leggi negli occhi dei bambini, istruiti giornalmente all’università del dolore e della paura. Quella violenza che genererà altra violenza, quando i bambini di oggi saranno i terroristi di domani. Quella violenza che è strutturale allo Stato di Israele e rende indotta quella dei Palestinesi. Quella violenza che è sempre deprecabile ma va distinta tra quella del’oppressore e quella dell’oppresso, che è la violenza del resistente, perché anche questa è una verità.

muro-cisgiordania
muro-cisgiordania

V come Verità, allora: quella che tacciamo, quella che non sempre esce fuori ed è conosciuta. Perchè questa non è una guerra tra due popoli, tra Hamas e Israele, ma lo è diventata, perché fa comodo ad entrambi. Fa comodo al mondo, non riconoscere la verità. Che è semplice, nuda, cruda: i palestinesi oggi sono i nativi americani , gli aborigeni australiani, i meridionali del sud Italia, gli indios amazzonici e gli ebrei di ieri. E come loro sono destinati a scomparire. Fra il fragore del nostro silenzio e la nostra viltà.

bambini_palestina_maltrattati
bambini_palestina_maltrattati

V come Viltà, quindi: la viltà dei paesi occidentali, ma anche di quelli arabi, dell’Onu e di molte altre organizzazioni, che si piegano alla volontà di Israele, vuoi per motivi economici, vuoi per un perdurante senso di colpa che ci assale dal dopoguerra mondiale. La Shoah, per noi occidentali una profonda vergogna.

Alì, il bambino palestinese carbonizzato vivo
Alì, il bambino palestinese carbonizzato vivo

V come Vergogna, ma sì, ci sta: la vergogna di assistere all’ennesimo genocidio senza poter, e voler, muovere un dito. La vergogna di un popolo, quello israeliano, che oggi tace sui misfatti del suo governo ma domani è gia pronto ad edificare colonie, su quei territori che ancora grondano sangue palestinese. Una vergogna simile a quella che provarono i tedeschi, ma della quale è difficile credere che ne fossero all’oscuro, ma piuttosto complici. Piu o meno privi di volontà.

Laith al- Khaldi, il giovane ucciso
Laith al- Khaldi, il giovane ucciso

V come Volontà: possibile? La volontà di terminarla questa carneficina. Una volontà espressa a parole ma non a fatti. Una volontà che trova i suoi limiti nelle Sabra e Shatila, nelle Intifada, nelle operazioni ” Summer Rains”, “Hot Winter” o “Autumn Clouds”, nomi poetici ,quasi ironici,per morti atroci .Oppure nomi da epopea come “Piombo Fuso”, “Pilastro di difesa”,“Margine di protezione”, 2014.
Potrei sciorinare un intero vocabolario per trovare altre parole da assegnare a quel gesto, a quella V. Ma sarebbero per lo piu’ odiose, terribili, false ed ipocrite.Israels-Iron-Dome-blocks-Gaza-barrage

V come Vittorio, Vik Arrigoni, un vero eroe dei nostri tempi, Un ragazzo, come me, come voi, che riteneva ingiuste,crudeli e false tutte quelle V sopra citate. Vik ha provato a cercare un significato in quel gesto, ci ha creduto, lo ha difeso. Ed è morto per questo, lasciandoci in eredità il vero significato di quel gesto che forse deve indicare solo una cosa:  Vera giustizia, per tutti, sempre! Vittorio Arrigoni

Perché solo una Vera giustizia ci permetterà la Vittoria sulla Violenza, combatterà la Viltà liberandoci dalla Vergogna, attraverso la Volontà di ristabilire la Verità.

di Antonio Mattera

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